Carpe Koi: come mantenerle in salute

mercoledì 7 maggio 2014

Le carpe Koi sono pesci bellissimi, variopinti, eleganti e preziosi, maestosi sin dalle dimensioni (possono superare il metro). 

Si tratta di animali a volte pregiatissimi, che arrivano a valere – con tanto di pedigree – svariate migliaia di euro. Date le loro peculiarità, le carpe Koi – comunque piuttosto robuste – necessitano di costanti cure e attenzioni, sia in termini di mantenimento che di controllo regolare dello stato di salute

Il biolaghetto per le carpe Koi

L’habitat è basilare per conservare il benessere – e il pregio – delle carpe Koi, per le quali dev’essere progettato un ecolago ad hoc con caratteristiche tecniche piuttosto complesse.

Anzitutto, il biolago per questi pesci originari della Cina – ma selezionati in Giappone – deve essere di dimensioni adeguate. Analogo discorso vale per l’impianto di filtraggio, che dev’essere in grado di far fronte al residuo prodotto da animali di una simile mole. Il che significa che alla filtrazione biologica tradizionale dovrà essere abbinato un sistema di raccolta meccanica delle deiezioni, a sua volta legato alla conformazione della vasca, che dev’essergli funzionale. L’ecolago in certi casi deve poi prevedere un impianto di riscaldamento che mantenga la temperatura minima dell’acqua attorno ai 6-7 gradi anche in inverno; in ultimo, non bisogna trascurare la profondità, fondamentale affinché i Koi possano sviluppare in modo appropriato la muscolatura utile al contrasto della pressione dell’acqua stessa. 

Le patologie più comuni delle carpe Koi

Ci sono diverse patologie che possono colpire questi splendidi animali, malattie che possono essere causate da parassiti, batteri, funghi o virus. In generale, un livello elevato di qualità dell’acqua unito a un corredo genetico “resistente” e ad un’alimentazione corretta (vale a dire varia, bilanciata e di ottima qualità) costituiscono già un buona prevenzione. Il controllo rimane in ogni caso essenziale: qualora le carpe Koi contraggano una qualsiasi malattia, infatti, la prima cura è la diagnosi precoce, per la quale è naturalmente opportuno affidarsi a un ittiopatologo specializzato. 

Come accorgersi che qualcosa non va?

Un appassionato di carpe Koi non dovrà certo sforzarsi per soffermarsi ogni giorno a osservare con attenzione i suoi amati pesci. Nondimeno, il momento migliore per rendersi conto delle condizioni delle proprie carpe è quello del “pasto”: anomalie come inappetenza o lentezza nei movimenti devono essere lette come segnali d’allarme, così come eventuali opacizzazioni della livrea o la dilatazione dei vasi sanguigni

L’effetto delle cure sul biolaghetto

Una volta appurato che qualcosa non torna, è necessario che a certificare le proprie sensazioni sia uno specialista. Col quale concordare la cura anche in virtù delle caratteristiche del biolaghetto: utilizzare i prodotti prescritti senza badare alle dosi, ai tempi e alle concentrazioni può infatti alterare l’equilibrio dell’ecosistema, favorendo alla lunga lo sviluppo di agenti patogeni sempre più resistenti. Per quanto (comprensibilmente) si tenga alle proprie carpe Koi, quindi, è consigliabile non lasciarsi prendere dal panico al primo segno di malattia fiondandosi ad acquistare il prodotto più potente e ripromettendosi magari di rivolgersi al medico solo in seconda istanza.